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Indonesia: Terremoto 06


Il terremoto
Terremoto a Java: difficili i soccorsi, mobilitato l’esercito

Supera i 5800 morti il bilancio ufficiale delle vittime. Varie parrocchie si sono unite per liberare chi è sepolto dalle macerie. Ponti e strade distruttI: difficile raggiungere i feriti e trasportarli in ospedale. I medici locali chiedono rinforzi alle regioni vicine.

Sono stati mobilitati i soccorsi e avviate le campagne di aiuto per la popolazione indonesiana vittima del sisma, che stamattina ha fatto tremare la zona di Yogyakarta, Java centrale.

Le aree più colpite sono a sud dell’antica città reale: Bantul, con oltre 2mila morti e Klaten, dove si teme che il numero delle vittime possa superare i 500. Le comunicazioni con la zona rimangono difficili e non si hanno notizie dalle zone rurali, sebbene Java centrale sia la regione “più moderna” dell’Indonesia con buone infrastrutture.

Suseno, capo del Centro soccorsi a Yogyakarta, riferisce che in seguito alla scossa sono crollate più di 2938 case. Secondo testimoni, invece, sarebbe intatto il complesso di templi buddisti di Borobudur, meta frequente di appassionati e turisti.

L’evacuazione procede molto a rilento: ponti e strade distrutti rendono difficile raggiungere i siti colpiti e trasportare le vittime in ospedale. Il capo dell’esercito indonesiano, generale Djoko Suyanto, ha ordinato di attrezzare un ospedale mobile per aiutare le persone.

I militari a Yogyakarta, inoltre, sono impegnati nella riparazione delle vie di comunicazione e nel ripristinare il servizio aeroportuale allo scalo internazionale Adisucipto, essenziale per far arrivar ei soccorsi.

Quattro Hercules C-130 dell’esercito porteranno nella zona cibo e medicinali. In arrivo a Yogyakarta anche il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono.

I medici locali continuano a chiedere rinforzi dalle regioni vicine. Il ministero della Salute ha comunicato a tutti gli ospedali di Java di rispondere all’emergenza senza esitare. Il governatore di Java centrale, Mardiyanto, ha disposto che tutti i pazienti vengano curati gratuitamente.

I gruppi di soccorso sono composti da esperti e da persone comuni: varie parrocchie cattoliche colpite stanno unendo le forze per liberare chi è ancora sotto le macerie.

I media nazionali hanno già lanciato una campagna per raccogliere aiuti: denaro, cibo coperte, Al momento l’emergenza è totale.


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