Costruttori di speranza

Il progetto Internazionale Talassemia

Dalla solidarietà alla diffusione di conoscenza
 
Il Progetto Internazionale Talassemia è una iniziativa italiana di cooperazione allo sviluppo che supera le tradizionali modalità solidaristiche di aiuto, per proporre un modello di azione basato sulla produzione e sul trasferimento di know-how clinico scientifico.

Invece di curare direttamente le persone malate, si porteranno le conoscenze mediche presso le popolazioni sofferenti, attivando collaborazioni tra le strutture sanitarie italiane e quelle dei paesi interessati.

Il Progetto punta così alla soluzione radicale di una malattia ad altissima incidenza epidemiologica nell’area mediterranea e mediorientale, ma anche in vastissime aree dell’Asia, dall’India alla Cina.

Quale know how della malattia

 Il Know-How di Progetto è basato sulla esperienza clinico-scientifica sviluppata dal gruppo del Professor Guido Lucarelli che ha effettuato dal 1981 circa 1.400 trapianti allogenici in pazienti provenienti da tutti i continenti.

Negli anni, il gruppo del Prof. Lucarelli è diventato di gran lunga la prima struttura specialistica al mondo nella cura della talassemia in termini di risultati, volume di prestazioni ed avanzamento sulla frontiera della ricerca scientifica.

L’esperienza del gruppo del Prof. Lucarelli è confluita nella Fondazione IME assieme a quella del gruppo del Prof. Franco Mandelli, eminente ematologo italiano con una lunga e consolidata esperienza nella cura delle malattie onco-ematologiche.

Come funziona il Progetto

 
Le azioni del Progetto riguardano in sintesi:

  • attività di cura mediante trapianto di midollo osseo, per dare risposta immediata alla fortissima pressione di richieste che giunge da molti paesi sui centri di cura italiani in grazia del loro primato internazionale nella cura della malattie ematologiche, e della talassemia in particolare.
  • attività di formazione di équipe sanitarie (medici, infermieri, biologi, tecnici) con metodiche di training-on-the-job, formazione frontale, seminari monografici ecc., svolta contestualmente all’attività di cura su pazienti provenienti dagli stessi paesi
  • attività di ricerca scientifica attraverso progetti che consolidino e sviluppino ulteriormente il primato italiano in questo settore sanitario;
  • trasferimento di know-how clinico-scientifico, tecnologico ed organizzativo verso centri di trapianto da realizzare nei paesi partner dell’iniziativa. Obiettivo del progetto è portare la cura direttamente presso le popolazioni maggiormente sofferenti ed incrementare la risposta in loco.
     

Un primato tutto italiano
 
Per la sua natura, i contenuti ed il modello di intervento che propone, il Progetto non è soltanto una iniziativa di cooperazione allo sviluppo in ambito solidaristico e sanitario.

Si caratterizza infatti come importante strumento di politica estera, proponendo un primato tutto italiano come motore per la crescita e la qualificazione di strutture sanitarie straniere, in paesi gravemente afflitti da malattie ematologiche e dalla talassemia in particolare.
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Il Governo italiano e le istituzioni coinvolte

I soggetti istituzionali coinvolti nelle azioni di Progetto sono:

  • il Ministero degli Affari Esteri per l’indispensabile funzione di indirizzo, di supporto e di relazione nei rapporti con i paesi stranieri partner;
  • il Ministero della Salute per la qualificazione ed il coordinamento delle azioni di prassi clinico-scientifica, di cura e formazione;
  • il Ministero dell’Economia per l’indispensabile supporto finanziario;
  • la Regione o le Regioni che ospitano il centri sanitari del network italiano.

Il Governo italiano ha fatto proprio il Progetto come azione di cooperazione allo sviluppo, e quindi come strumento di politica estera, con particolare attenzione alle aree mediterranee e mediorientali che si trovano in una fase di grande instabilità geo-politica e verso le quali l’Italia sta programmando e sviluppando consistenti programmi ed iniziative di sostegno e di aiuto.

Dal punto di vista delle risorse e degli strumenti il Governo ha:

  • attribuito un primo finanziamento di circa 70 milioni di Euro per i primi tre anni di avviamento del Progetto per le necessità relative alla cura, alla formazione ed alla ricerca, nonché alla realizzazione della infrastruttura di collegamento tra i vari nodi della rete;
  • costituito la “Fondazione Istituto Mediterraneo di Ematologia (I.M.E.)” con la partecipazione del Ministero della Salute, del Ministero degli Esteri, del Ministero dell’Economia e della Regione Lazio, con la missione di progettare e realizzare la rete nazionale ed internazionale che svilupperà le azioni del Progetto.

La Fondazione IME, aperta alla ulteriore partecipazione di soggetti pubblici e privati, italiani ed esteri, ha quindi come compito principale quello di portare avanti il Progetto Internazionale, sulla base dell’esperienza clinico-scientifica del Prof. Guido Lucarelli e del Prof. Franco Mandelli.



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